DALLA TERRAFERMA ALLA TERRA PROMESSA

Casina dei Vallati, Roma

24 novembre 2018 – 13 gennaio 2019

Attraverso circa settanta fotografie, l’esposizione racconta la storia dei profughi sopravvissuti alla Shoah che, tra il 1945 e il 1948, attraversano l’Europa per partire dall’Italia verso il nascente Stato d’Israele. Il termine Aliya Bet identifica il movimento di ritorno (letteralmente “salita”) del popolo ebraico verso la Terra Promessa condotto in modo “illegale”, come le 34 navi che salpano dalle coste italiane portando in salvo oltre 21.000 persone.

La narrazione inizia alla fine della Seconda Guerra Mondiale e si conclude nel 1948 con la fondazione dello Stato di Israele. Non si tratta solo di una cronaca del popolo ebraico, ma anche della storia degli italiani che accolgono e ospitano i profughi sul territorio, trasformando l’Italia nella cosiddetta “Porta di Sion”, l’ultimo porto di salvezza prima del Mandato Britannico. La mostra illustra una complessa macchina organizzativa: dall’odissea dei sopravvissuti sui valichi alpini innevati all’incontro con la Brigata Ebraica, fino all’acquisto delle navi e ai tormentati viaggi in mare per sfuggire alla vigilanza britannica.

Un capitolo specifico è dedicato ai due artefici di questa impresa, Ada Ascarelli Sereni e Yehuda Arazi, capi del Mossad LeAliya Bet in Italia, il cui coraggio rende possibile il salvataggio di migliaia di vite. Completa il percorso una sezione dedicata a Cinecittà: la “fabbrica dei sogni” che, negli anni successivi al conflitto, si trasforma in un centro di accoglienza per i profughi in attesa di poter finalmente raggiungere la loro meta.

Voluta dalla Fondazione Museo della Shoah per gentile concessione del Museo MUZA – EretzIsrael, con il contributo dell’Ambasciata di Israele e Intesa Sanpaolo è stata organizzata e realizzata da C.O.R. ed è curata da Rachel Bonfil e Fiammetta Martegani, del Museo MUZA – EretzIsrael di Tel Aviv.